Alle pendici del Monte Amiata, cinque sorgenti calde alimentano le terme; vapori fumanti, odori sulfurei e una piscina che affiora nel verde. Poi una cascata di roccia bianca, tanti platani millenari e la distesa della Val d’Orcia che si perde fino all’orizzonte fra escursioni su percorsi incantati, sospesi fra le acque e la macchia. Nella strada che conduce a Campiglia d’Orcia merita una visita l’eremo di S. Filippo Benizi, santo al quale la leggenda attribuisce lo sgorgare delle preziose acque termali. Già note ai Romani, le acque dei Bagni di San Filippo non sono legate solo ai temi dell’idrologia medica ma anche a quelli del rapporto tra scienza, arte e tecnica. Le acqua sono ricche di carbonato di calcio che, solidificando, forma delle suggestive concrezioni bianche. L’antichità di queste Terme è testimoniata da ritrovamenti archeologici romani e da numerose testimonianze della loro frequentazione già nel Medioevo e nel Rinascimento da parte di illustri personaggi, fra cui Lorenzo il Magnifico.
Più nel dettaglio, l’acqua ipertermale solfurea-solfato-calcicha-magnesiaca ad alto contenuto solfidrico è indicata nel favorire un’efficace azione mucolitica, antiossidante, antiflogistica e batteriostatica. Pertanto è utile nelle malattie dermatologiche, in quello osteo neuro-articolari e malattie dei bronchi. Le Terme sono collegate internamente all’Hotel e dotate di ingresso indipendente per gli esterni. Lo stabilimento è convenzionato con il Servizio Sanitario nazionale con prescrizione del medico curante, redatta su ricettario con indicazione della patologia.